
Il negato imbarco, anche noto come overbooking, si verifica quando l’aeromobile parte ma il passeggero non viene imbarcato.
Si tratta di una pratica commerciale scorretta ma molto utilizzata dalle compagnie aeree, e dalle strutture alberghiere, ossia quella di accettare prenotazioni al di sopra delle capacità effettive dell'aeromobile.
In tale caso la compagnia aerea è obbligata a verificare tramite appello se vi sono volontari disposti a rinunciare alla prenotazione in cambio di benefici da concordare, fatto salvo il diritto di scegliere fra rimborso del biglietto aereo entro 7 giorni o imbarco su un volo alternativo.
Solo qualora il numero dei volontari non sia sufficiente la compagnia aerea può negare l’imbarco al passeggero con l’obbligo di fornire una compensazione pecuniaria da calcolare in base alla tratta e alla distanza percorsa così come avviene in caso di cancellazione o ritardo volo.
Il regolamento comunitario, infatti, stabilisce che un passeggero che ha subìto un ritardo di almeno 4 ore per un volo pari o più a 3500 km ha diritto a un indennizzo pari a 600€.
Per i voli in ritardo la cui distanza va da 1500 a 3500 km, l’indennizzo è pari a 400€. Se la distanza è inferiore a 1500 km, il passeggero avrà diritto a un indennizzo di 250€.
In questi ultimi due casi, il ritardo del volo deve essere superiore alle 3 ore rispetto all’orario indicato originariamente nella carta d’imbarco.
In caso di negato imbarco per overbooking è essenziale conservare i documenti di viaggio, tra cui la carta d’imbarco, o altri documenti comprovanti spese effettuate dal passeggero/viaggiatore qualora si voglia chiedere un rimborso o il risarcimento di un danno supplementare.